“This is my one and only life so whatever it may be…I should try becoming the n.1 for once”
(Agust D, 724 148)
Quante volte ci siamo ritrovati a dire “questa è la mia prima e unica vita e, costi quel che costi, devo provare a diventare il numero 1 per una volta”?
Da adolescenti tutti lo abbiamo detto -o pensato- almeno una volta, davanti ai nostri genitori, agli amici o anche solo a noi stessi allo specchio, per farci forza e coraggio prima di un esame, un colloquio, una prova sulla quale avevamo scommesso il tutto e per tutto e che nel nostro ideale avrebbe cambiato il futuro monotono che si prospettava dinanzi ai nostri occhi.
E c’è chi c’è riuscito, presentandosi ad un’audizione di Bang Si-hyuk (noto anche come Bang PD) e ha avuto il coraggio di riarrangiare il beat che gli avevano proposto (the beat they gave us to rap, I changed the entire thing, I started re-arranging the beats), come ha raccontato Agust D in 724 148, uno dei singoli parte del suo primo mixtape omonimo uscito il 15 agosto 2016. Se siete amanti della storia coreana, questa data vi suonerà familiare perché rappresenta per il paese il giorno dell’indipendenza dal Giappone e per YoonGi ha segnato la sua indipendenza dalle etichette, quelle delle case discografiche, quelle dell’underground; il suo modo per staccarsi dal personaggio di Gloss e da Suga, pubblicando un mixtape autonomo, gratuito su Soundcloud, senza promozioni.
Gloss è stato il primo pseudonimo usato da Min YoonGi ai suoi esordi da rapper nell’underground di Daegu, la sua città natale, quella DT -Daegu Town- che lo ha cresciuto, lo ha reso un D-boy (un ragazzo di Daegu) e che è presente anche nel suo alter ego di Agust D (Suga al contrario più DT), in quella città dove l’unica aspirazione per un musicista è l’accademia musicale (the best place you’d end up is at the music academy, when you do music in Daegu).
Ma non tutti sono portati per la carriera accademica (I couldn’t reach No.1 with studies) e se non riesci a farcela negli studi, provi con un’audizione nella quale sfidi tutte le regole e se sei davvero bravo ti ritrovi a ricevere la chiamata che ti cambia la vita, portandoti a deviare il tuo percorso dal bus 724 che ti porta da casa al centro della città natia al bus 148 che collega Apgujeong a Seoul, la capitale. E, questo cambio, si riflette in ogni aspetto quotidiano della vita, dal trovarsi a pagare una cena che costa quanto l’intera paghetta al dividere un appartamento di 50 mq con altri nove ragazzi, mentre i tuoi compagni di scuola più fortunati ricevono macchine come regalo di diploma (I knew the world was unfair but there’s someone living in a 15 pyeong two room with 10 people, when there’s someone driving a foreign brand car right after graduating), tu sei costretto a mostrare alla tua famiglia quanto credi nel tuo sogno, lavorando part time prima di andare a scuola ed esercitarti come trainee nel pomeriggio. Una famiglia che inizia solo ora a supportare il tuo sogno, ascoltando le tue parole al ristorante, mentre spieghi cosa significa questo primo mixtape per te e trasformi il dialogo in una traccia (Skit) che serve a spronarti a continuare perché ora sei certo della fiducia e sostegno di tuo fratello.
Come avrete intuito, non è semplicissimo parlare del primo lavoro da solista di Suga/Agust D, senza parlare della sua vita. In ogni traccia sono presenti riferimenti ad episodi che lo hanno segnato e, arrivati alla fine, chi lo ascolta non può fare a meno di sentirsi più vicino a lui.
Se si parte dall’idea che YoonGi sia quello “musone, antipatico, sempre arrabbiato” (questi sono solo alcuni dei commenti che spesso mi scrivono nei DM su instagram prima di ritrovarsi-due mesi dopo- innamorate perse di Suga), con le prime tracce si ha la conferma che sì è così ma, singolo dopo singolo, andando a leggere i testi, ci si ritrova a riguardare attentamente quel viso e a scoprire il sorriso nascosto, quasi impaurito che però ti scalda il cuore per le piccole attenzioni che mostra nei confronti di tutti.
Il sorriso di chi ha combattuto per se stesso e non solo per il suo sogno, per sopravvivere ma non solo contro il mondo, anche contro quell’anima nera che è la depressione, la sociofobia, il suicidio.
Sono temi duri e forti e, per questo, non consiglio mai di recuperare subito la discografia di Agust D ma dico sempre di aspettare prima di emettere giudizi, prima di ascoltarlo “solo con le orecchie” bisogna esser pronti a sentire realmente il beat della sua anima, attraverso questo prime dieci tracce di puro hip hop che iniziano con un’intro old school (Intro: DT SugA) che sotto il profilo tecnico è puro scratch (una delle sottocategorie del turntablism, l’arte della manipolazione dei suoni tra giradischi e mixer) con la partecipazione di Dj Friz (noto per aver collaborato con i BTS a successi come Mama, Dis-ease ma anche con i CNBLUE e gli Epik High) e il campionamento di It’s a man’s man’s man’s world di James Brown.
L’intro viene in parte ripresa nel pezzo successo, Agust D (che dà il nome al mixtape), nota in particolare per il ritmo incalzante del ritornello A to the G, to the U, to STD e soprattutto per la frase iconica sending listeners to Hong Kong with my rap, my tongue technology (portando l’ascoltatore ad Hong Kong con il mio rap, metafora che indica raggiungere l’orgasmo). Il singolo è diventato rappresentativo di Agust D, del suo modo di essere, di dissare contro chi lo etichetta per il suo esser un idol, you wasted rappers should be grateful that I’m an idol (voi rappers “mediocri” dovreste esser grati che io sia impegnato ad esser un idol). A questo segue Give it to me che inizia con una parte strumentale in contrasto con i toni successivi, parte infatti come FACE OFF di Jimin, con un inizio allegro, quasi da parco divertimenti per poi cambiare nettamente il ritmo e ti ritrovi in un’atmosfera cupa, quella di chi lavora tutta la notte per realizzare i propri sogni in un mondo dove domina la legge della giungla, la legge del più forte e delle Big Three (le tre compagnie che all’epoca dominavano il mercato discografico coreano non permettendo ai gruppi che erano sotto le piccole case discografiche di emergere).
Per arrivare al ristorante nel mezzo di una conversazione tra fratelli (Skit) che sfocia in 724148 e soprattutto in 140503 at Dawn. Una data che non ha un significato preciso, è un giorno qualunque nella vita di Yoongi, all’alba, con un ritmo che ricorda le lancette dell’orologio, lo scandire del tempo che passa, quando ti alzi e devi decidere che maschera indossare quel giorno per coprire la vera parte di te (hiding my true self behind the defensive image), per proteggerti dagli altri ma allo stesso tempo speri che non ti abbandonino (don’t abandon me).
The Last, non arriva all’ultimo -ma quasi- perché è il singolo in cui YoonGi ci dice che ha toccato il fondo, è arrivato all’ultimo, che mostra il lato oscuro dell’esser un idol ma, senza alcuna remora, ci parla dell’ansia, della sua sociofobia, di quando si rifugiava in bagno perché spaventato dalla gente (when I hid inside the bathroom because I was scared of people), dell’incidente alla spalla, della sua scelta di restare con il gruppo e non avere successo come rapper da solo, del tentativo di suicidio e della sua prima visita dallo psichiatria.
Poi finalmente arriviamo ad uno dei miei pezzi preferiti, Tony Montana, ispirato al personaggio interpretato da Al Pacino in Scarface. Ammetto che all’inizio non mi piaceva per niente, sono sincera, non riuscivo a capire l’hype dietro questo singolo. Poi l’ho riascoltato una volta, due volte e mi sono ritrovata a cantare hey gentleman, wait a minute you pray for my failure (Hey, signore, fermati un attimo, preghi per il mio fallimento) senza neanche rendermene conto, con la voglia di sentire anche la versione live con Jimin (che ho amato anche nell’ultima serie di concerti di Agust D, mentre nel mixtape è cantata con Yankie, rapper coreano che ha collaborato con gli Epik High, i Dynamic Duo e Jay Park). Cosa mi piace di questo singolo? Il ritmo, il testo, la parte melodica, quella carica che ti spinge a reagire alla vita. Preghi che io fallisca? E io ti dimostro il contrario. Ogni singolo giorno vinco, vinco vivendo. Success and happiness look alike but they are diffenret (…) I want the money to chase me but I hope I don’t become the monster chasing only money (…) my family and fan, and my team are my top priorities (il successo e la felicità possono sembrare simili ma sono diversi (..) Voglio che i soldi mi inseguano ma spero di non diventare il mostro che insegue il denaro (..) la mia famiglia, i miei fans, i miei compagni sono le mie priorità).
L’interludio Dream/Reality che segue si stacca dal resto del mixtape e ci prepara a So Far Away, realizzata con Suran (che gli amanti dei kdrama ricorderanno anche per Heartbeat parte della ost di Strong Girl Bong-soon), traccia che è un preludio di Snooze nell’album D-day e al tema dei sogni.
Tutti corrono, tutti realizzano i propri sogni e noi siamo fermi allo stesso punto (Everyone is running but why am I the only one still here?). Siamo soli? Viviamo solo perché non possiamo morire? O viviamo proprio grazie ai nostri sogni? Dream, I will be there for your creation (Sogna, sarò lì per sentire il tuo pezzo, per vedere realizzato il tuo sogno).
E noi saremo qui quando Suga tornerà, pronti a continuare a sostenere il suo sogno e soprattutto a non abbandonarlo.
Avete mai ascoltato Agust D? Fatemi sapere cosa ne pensate qui e nei commenti su IG!
Nel frattempo vi lascio con So Far Away ma nella versione con JungKook e Jin!
Lor
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