In the Soop 1: A space we are in together

Un posto dove stare tutti insieme, un momento felice, un momento per noi, per te, per me, per tutti noi

Questo è il testo che compone la sigla di In the Soop, il programma reality girato nell’estate 2020 ed andato in onda ad agosto dello stesso anno, con protagonisti i BTS in pausa relax nell’anno che ha cambiato il mondo. Volenti o nolenti, tutti noi siamo stati toccati -in modo diverso- dalla pandemia e i BTS non sono stati da meno. Il gruppo ha visto infatti la cancellazione del tour mondiale di Map of the Soul e i ragazzi si sono ritrovati davanti alla domanda più terrificante di sempre: “What should I do today?”, “Cosa faccio oggi?”, come ha detto Jimin e che vale anche per tutti noi che ci siamo ritrovati spiazzati di fronte al crollo delle certezze che ci accompagnavano da tutta la vita. Ma, per una settimana, per cinque giorni intervallati da una pausa, causa impegni di lavoro improrogabili, i BTS sono riusciti ad uscire da quella monotonia che ha condizionato le nostre vite in quel periodo e a godersi dei momenti indimenticabili sulle rive del fiume Bukhan, a Chuncheon, nella provincia di Gangwon-do (dove, ironia della sorte, V sta svolgendo attualmente il servizio militare).

Ma cosa è successo in quei giorni e perché vale la pena di recuperare questo programma, composto da otto episodi di durata varia con altrettanti mini-episodi con momenti inediti? La prima volta che l’ho visto ancora non conoscevo bene il gruppo, ignoravo le varie dinamiche dei rapporti tra i membri (come la classe ’94 e ’95, o anche solo il significato della canzone Friend) ma mi era rimasta impressa l’armonia tra di loro e, riguardandolo oggi, non è cambiata la mia idea. I ragazzi hanno un rapporto speciale l’uno con gli altri e traspare in ogni momento del loro vissuto quotidiano, in ogni piccola scena, gesto e parola che si sono scambiati in questi episodi. Certo, oggi mi è stato più facile riconoscere piccoli dettagli, racconti particolari o battute e scherzi tra loro e ricollegarli ad altri momenti ma soprattutto rivalutare alcuni comportamenti, come ad esempio NamJoon soprannominato Dio della Distruzione perché realmente distrugge tutto (anche una zanzariera), o Jimin che in un primo momento mi sembrava quasi perso mentre oggi capisco il suo ruolo, come una bilancia, come un figlio di mezzo che non sa se esser considerato tra gli adulti o tra i più piccoli ma stando vicino ad Hobi non sbaglia mai. Ecco, anche quest’ultimo, quando afferma che ha cresciuto la maknae line è vero e si vede dall’affiatamento e dall’affidamento che fanno su di lui; come si vede la bellezza del rapporto tra Jin e JungKook, un Jin che all’inizio può sembrare immaturo, giocherellone, una persona semplice che “I live my life by just going with the flow” (vivo la mia vita assecondando la corrente) ma di fatto è la persona alla quale tutti fanno riferimento e di cui tutti cercano il sostegno o comunque di renderlo felice e soprattutto è quello che ha realizzato quanto stare nel gruppo lo abbia cambiato e migliorato. C’è un momento in cui lui e Suga si fermano a riflettere sulle scelte della loro vita, cosa sarebbe successo se Jin fosse diventato un attore? Avrebbe lavorato da solo e non avrebbe avuto stimoli per migliorarsi come persona e come artista. Con i BTS ha realizzato quanto sia importante circondarsi di persone ma soprattutto di amici che sappiano spronarti a migliorarti; sono importanti le persone di cui scegli di circondarti.

Facciamo un passo indietro e proviamo a spiegare il programma ma per farlo occorre rispondere alla domanda “se avessi dei giorni tutti per te, dove puoi vivere qualunque esperienza desideri, cosa faresti?” Di primo acchito forse risponderemo tutti “vivere in una villa di lusso con piscina, champagne e fragole ed ogni grazia divina disponibile al momento e di tendenza”. Cosa possono aver richiesto sette ragazzi che hanno lavorato instancabilmente dal 2013, senza un momento di sosta, vivendo insieme per la maggior parte del tempo dapprima condividendo un monolocale, poi un appartamento e solo di recente hanno avuto la possibilità di vivere da soli ma soprattutto sono star di fama mondiale?

Tele per dipingere, un sacco per la boxe (punching bag), barchette radiotelecomandate, una postazione da gamer, un tavolo da ping pong, aquiloni, blocchi stile lego da costruire, vino, acquario per pescare, legno da intagliare.

Sembra la lista dei desideri scritta da un ragazzino eppure -bottiglia di vino a parte richiesta da Tae-hyung e acquario voluto da Jin- questi sono i desideri, le attività che hanno deciso di intraprendere durante la loro vacanza fuori dall’ordinario.

Non per tutti è facile rilassarsi, oziare, men che meno per loro; ci sono persone come Suga, abituate a lavorare tutti i giorni, e lo ha fatto anche nel programma, nonostante avesse appena pubblicato il suo secondo mixtape D-2, rinchiudendosi in un camper già pronto a creare le tracce che hanno portato poi a D-Day, il suo primo vero album da solista.

La serie parte quindi dalle richieste dei ragazzi per poi seguirli nella loro avventura, iniziando con l’impostare la destinazione sul navigatore (Jimin con qualche problema, come si vede nel dietro le quinte) diretti verso la casa vacanza composta in realtà da tre strutture, due case (dove dormiranno rispettivamente Jimin ed RM, V e jhope) e una dependance sull’acqua (scelta da JungKook), più un camper (la postazione di Suga) e una tenda (la zona esclusiva di Jin). Ma attività a parte, quello che ha sorpreso tutti, loro stessi per primi, è stata la voglia di mettersi alla prova in cucina. Per chi è abituato alle vacanze in campeggio è stato normale vederli alzarsi per la colazione e farsi già domande su cosa cucinare; nel corso del programma li osserviamo alla prova con piatti tradizionali come il Jjapaguri, il sashimi, il budae jjigae, il pajeon, il gimbap, il nurungjii (crosta di riso croccante) e tanti altri piatti tipici e atipici come la pasta aglio e olio e peperoncino preparata da NamJoon (orgoglio degli ARMY italiani, salvo poi essersi sfregato gli occhi dopo aver tagliato il peperoncino) ma anche innovativi che ti fanno dubitare del gusto come un piatto di riso, tonno e maionese creato da V.

Ci sono momenti di vita quotidiana che ti strappano inevitabilmente il sorriso come Jimin che compone canzoni sulle loro avventure giornaliere e gli altri lo seguono a ruota. Nam che si perde nella natura, esplorando gli insetti ma anche andando con Hobi sul monte Yonghwa. E sempre jhope che sorride felice come un bambino mentre costruisce il suo aeroplano che riesce anche a far volare e ancora V che gioca con Jin e Jimin, salta in macchina con Hobi per andare ad esplorare il posto, che prende JK da parte per passare del tempo insieme ma anche V da solo sulla canoa perso a guardare la meraviglia del paesaggio che lo circonda. Suga che dipinge in solitaria mentre RM si dedica al puntinismo e JK mostra un lato artistico che i membri ignoravano o Hobi che si cimenta in un’opera sperimentale ma ben riuscita. Per passare poi al karaoke adorato da tutti. Insomma che siate ARMY da una vita o alle prime armi…recuperate questo programma che è uno spaccato di vita vera, con emozioni e sentimenti genuini che sapranno farvi ridere e commuovere nel realizzare quanto di loro hanno dato e regalano ai loro fans ogni giorno.

Vi lascio con un video incentrato sulla registrazione della sigla realizzata dai membri in quei giorni di relax. È uno dei momenti che amo di più; non si può non rimanere coinvolti dall’entusiasmo contagioso nel vedere la sintonia nella creazione del testo nato per caso e l’impegno, l’eccitazione di Suga nel mettersi a lavorare sulla traccia guida che poi hanno usato in sala di registrazione dove erano nella libertà più completa, rilassati, a piedi nudi, mentre registravano la traccia con l’ad-libs che ho imparato -grazie a loro- esser quel momento di improvvisazione a piacere nell’interpretazione della melodia. Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. I purple you.

Lor

Una risposta a “In the Soop 1: A space we are in together”

  1. […] il primo è stato una sorta di esperimento, un battesimo di fuoco nel quale lo spettatore -che sia un fan o […]

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