“Put your phones down and watch the show with your eyes”
(Agust D, Agust D Tour: The Original)
Abbassate i cellulari e guardate lo spettacolo con i vostri occhi.
Quante volte negli ultimi anni siete stati capaci di godervi davvero un concerto, senza avere in mano il telefonino per riprendere una canzone o un momento particolare, farvi un selfie ed immortalare la vostra presenza in mezzo al pubblico o il ricordo di quello che state vivendo e magari fare anche una diretta perché tutti devono sapere che siete lì, che eravate lì?
Non è un rimprovero perché io stessa sono la prima che ha fatto ognuna di queste cose e mi piace ogni tanto tornare a riguardare i video, le foto scattate ma, è anche vero che vederli attraverso uno schermo, non è la stessa cosa che cantare a squarciagola in mezzo ad altre persone, unite e travolte tutte dalla tua stessa passione vissuta in contemporanea. È un’emozione che si riesce a provare anche nella sala di un cinema, come per il concerto di Suga in diretta dal Giappone, a giugno 2023, dove tutti cantavamo anche senza sapere le parole ed istintivamente partiva il fanchant ad ogni entrata sul palco.
È un concetto difficile da spiegare a parole ma questo è quello che Suga ha cercato di fare durante i suoi concerti e in Suga/Agust D Tour: the Original, il documentario di tre ore che racchiude i momenti salienti del tour D-day, soffermandosi in particolare sulle ultime tre date con spezzoni di esibizioni e i dietro le quinte da una parte all’altra del mondo, dall’Asia agli Stati Uniti, uscito lo scorso giugno in dvd.
Quello che emerge in ogni fotogramma è soprattutto la voglia di esibirsi sul palco perché questo è ciò che completa il lavoro di un artista, è come si esprime al meglio, il momento in cui look the coolest (sembra più figo) perché il legame tra l’esser un cantante e fare concerti è imprescindibile per YoonGi. E un po’ ce ne eravamo accorti anche negli episodi di Suchwita con i membri del gruppo quando ha rimarcato più volte quanto mancasse a tutti loro esibirsi sul palco, persino nell’episodio con El Capitxn che proprio grazie a Suga ha superato l’ansia da palcoscenico seguendolo nel suo tour per poi ricominciare a camminare da solo.
Il documentario parte da Yongsan, a Seoul, direttamente dalla sede della Hybe dove è iniziata la fase di programmazione delle coreografie e dei concerti, con la scelta delle canzoni da metter in scaletta e, soprattutto, l’ordine. Provate anche solo ad immaginare cosa deve esser stato scegliere se iniziare con Daechwita o Haegeum, pensando sia all’impatto visivo che all’estensione e resistenza vocale di YoonGi.
Tutto questo è partito dall’idea di aiutare gli ARMY in uno dei periodi più difficili di sempre dopo la pandemia: il periodo del militare, quei due/tre anni senza di loro, I started with the thought that through this concert I could relieve some of their stress and provide something for them, to make up for the future two to three years of our hiatus (…), ma è stato un modo anche per tornare a sentirsi un artista completo, scendendo tra il pubblico, tra i suoi fans con l’idea fissa di tornare assieme agli altri membri ad esibirsi lì, I have to go and fulfill my military service now, the seven of us should come together once we are all back. We should do a stadium tour then (devo partire per il servizio militare ora -adempiere ai miei doveri militari-, ma noi sette dovremo tornare qui -negli States- quando torneremo tutti dalla leva. Dovremmo fare un tour).
Nella loro carriera da solisti, tutti i BTS hanno parlato della sensazione strana di esibirsi da soli, senza il supporto degli altri membri alle spalle eppure, in realtà, sanno che pur a distanze kilometriche, pur essendo impegnati in attività diverse, sono pronti a guardarli e sostenerli attraverso uno schermo -come JungKook alla cerimonia di apertura dei Mondiali 2022, ripostato dai membri nelle loro storie-, un messaggio su weverse o sulla chitarra o, ancora, prendendo giorni di licenza come Hobi e Jin che hanno assistito ad uno dei concerti di Suga (assieme alla maknae line) o un aereo per andare a vederli come ha fatto Jimin sia per Hobi che per lo stesso YoonGi. E, a questo proposito, i siparietti tra i due sono tra i momenti più belli del documentario, come i momenti con RM e JungKook.
Oggi sappiamo che Jimin aveva appena finito di lavorare a Muse mentre RM stava completando Right Place,Wrong Person, presentando l’inedito Come back to me (all’epoca Untitled) sul palco dell’ultimo spettacolo di Suga e JK era impegnato tra la promozione di Seven e la preparazione di Golden.
Ma hanno messo da parte la stanchezza per avere la possibilità di esibirsi un’ultima volta davanti agli ARMY prima di partire, e stare ancora insieme con gli altri membri, cercando di fare tesoro degli ultimi momenti in famiglia. Sembra di esser quasi degli intrusi che partecipano ad una festa privata, anche se in realtà siamo stati invitati da Suga stesso e da tutti loro che si giravano verso le telecamere, consapevoli che il pubblico da casa li avrebbe guardati un anno dopo.
È sempre strano guardarli in questi video registrati prima della partenza perché sai che oggi sono persone completamente diverse, almeno fisicamente (basti solo pensare a V che uscirà questo venerdì con l’inedito Winter Ahead, girato a fine 2022, quando aveva ancora le fattezze di un adolescente ed oggi è diventato un uomo). Ma vale la pena di recuperare tutto per godersi la live session di RM con un JK emozionato ad ascoltarlo dal vivo, Jimin terrorizzato dall’esibirsi in Tony Montana e rivivere l’emozione di vedere Suga che finalmente rivela il tatuaggio con il numero 7 sulla spalla, risolvendo finalmente uno dei più grandi enigmi della storia dell’umanità.
E vi lascio proprio con questo momento speciale.
Fatemi sapere cosa ne pensate dello speciale -se lo avete visto- e del mistero del tatuaggio -se lo avete vissuto- qui e nei commenti su IG!
Lor
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