GOLDEN Live on Stage: l’appuntamento con JungKook

In occasione dell’uscita del documentario di JungKook, intitolato “I AM STILL“, ho deciso di ripostare questo vecchio articolo sul concerto live dello scorso novembre.

Buona lettura!

The 7 of us always sung it together and I wondered what it’d be like to sing it alone, but you filled in the empty space of the six members

(JungKook, Golden: Live on Stage)

Avete presente “La Fabbrica di Cioccolato”? Il libro (di Roald Dahl) o il film non ha importanza, ma la storia in sé a grandi linee sì, almeno come inizia, con il protagonista che cerca e spera di trovare il biglietto d’oro che lo porterà all’interno della tanto sognata fabbrica di cioccolato. Ecco, quando è uscito Golden, il 3 novembre, con quel packing particolare che ricorda proprio una scatola di cioccolatini elegante e raffinata (con tanto di logo brandizzato), mi era venuto in mente questo raffronto. Pur sapendo la storia dietro il nome, ossia il soprannome coniato da RM e il sogno premonitore di buon auspicio della mamma di JungKook che aveva sognato una pioggia dorata (poco prima del parto), episodi raccontati più volte dal Golden Maknae.

Riuscire a partecipare al GOLDEN live alla Jungchung Arena, a Seoul, il 20 novembre in mezzo a 2800 fans, deve esser stata un’emozione simile a quella provata dal protagonista della storia. Ovviamente io non rientro tra questi ma tra i fortunati che hanno potuto comunque guardare lo spettacolo online, tra quei 12 milioni e più di spettatori, in presa diretta e partecipare di fatto ad un appuntamento con JungKook.

Non è stato un concerto ma una live, come quelle a cui ci ha abituato nell’ultimo anno prima della partenza, in cui si è aperto completamente agli ARMY, dimostrando a più riprese il suo amore per i fans, definiti “soul mate” anime gemelle, ma anche il bisogno di guardarci un’ultima volta, di bearsi, crogiolarsi nel calore, negli sguardi e affetto del pubblico che lo ha fatto sentire meno solo durante quei mesi, quasi ad imprimerne il ricordo nella memoria.

Senza le live di JK ci saremmo sentiti infinitamente più soli nell’anno in cui Jin e jhope erano partiti per il militare, mentre gli altri erano impegnati a rilasciare i loro album alla velocità della luce (mi riferisco soprattutto a Suga e Jimin) e creare anche materiale che abbiamo potuto vedere dopo la loro partenza (come Muse), lui ci ha tenuto compagnia, cucinando, facendo il bucando, cantando (ignorando candidamente i vicini di casa) e persino addormentandosi in diretta. Lui è stato lì per i suoi fans, anche perché lui stesso ne aveva bisogno e lo ha ribadito, a chiusura delle note di Magic Shop, con quel “Noi 7 l’abbiamo sempre cantata insieme e mi sono chiesto come sarebbe stato cantarla da solo ma voi avete riempito il vuoto dei sei membri”.

Quel vuoto ben evidente sul palco dalla forma esagonale che non è stata un caso ma un espresso desiderio di JungKook, come aveva già dichiarato in un’intervista per Dazed, che si è sempre visto come un “cracked grey hexagon”, un esagono grigio incrinato/danneggiato. Esagono perché è una forma che si trova ampiamente in natura, grigio ed incrinato perché non ha ancora raggiunto la saggezza e la dignità che arrivano con l’età e l’esperienza che ricolmano i buchi dell’anima. Scegliendo questa forma ma anche con le parole che ha aggiunto what would you think I would’ve been like, if it weren’t for you? (cosa pensate che sarei diventato se non fosse stato per voi?”) e ancora But after I met you, I could became an incredible person. It’s all thanks to you (ma dopo avervi incontrato, sono potuto diventare una persona incredibile ed è solo grazie a voi) ha mostrato ancora una volta la sua fragilità ed il suo esser insicuro del suo talento, nonostante il suo successo abbia dato prova a più riprese dell’esatto contrario.

All’inizio del concerto, che si è aperto con l’introduzione del logo nella mano di JungKook, quella mano tatuata con il nome degli ARMY per rinforzare il legame con i fans quasi un testamento del suo amore per loro che viene ripetuto costantemente nelle due ore dello spettacolo (I’m your life? You are really my life. You can’t be excluded from my life. Everything else can disappear. Just not ARMY. That’s why I put you here first, Sono la tua vita? Voi siete la mia vita. Non potete esser esclusi dalla mia vita. Tutto il resto può sparire ma non gli ARMY. Ecco perché vi ho messo qui per primi), il Golden Maknae è partito con Standing Next to You, la main track dell’album, con un look anni ’90 e supportato dai ballerini nella coreografia che abbiamo già avuto modo di vedere ed apprezzare in altre occasioni.

Ecco, una cosa che mi ha colpita è stato proprio questo: ancora una volta, si è visto che JK è la sintesi dei suoi “fratelli”. Questo spettacolo è stato infatti una via di mezzo tra l’Hobipalooza (dove Hobi ha portato in scena uno spettacolo di un’ora, esibendosi in mille coreografie diverse, senza un attimo di tregua), le due live di RM (al Dia Beacon a New York e al Rolling Hall a Seoul), il VICNIC di V (al Kyung Hee University Global Campus a Yongin) e la serie di concerti di Agust D che ha tenuto tra la primavera e l’estate; è facile ritrovare l’impronta dei membri tra le coreografie (come Hobi) e l’intrattenimento con estratti del GCF (Golden Closet Film, il suo vlog di viaggio) quasi un richiamo agli intermezzi usati da Agust D nei suoi concerti, ma anche creando la sinergia con i fans (come V) ed interpretazioni che hanno lasciato ricordi indelebili nell’anima di chi le ha viste ed ascoltate soprattutto con il cuore (come RM su tutti ma anche il resto dei ragazzi).

Si è passati poi a Yes or No e al suo “This is JungKook of BTS” (questo è JungKook dei BTS), nervoso per sua stessa ammissione ed è stato strano vederlo infatti con il microfono in mano a regger lo spettacolo, proprio lui che ha sempre cercato di fuggire dai microfoni durante le premiazioni ma questa volta è stato diverso perché era una live e lui non ha mai avuto problemi a relazionarsi con i fans, ad aprirsi a loro.

Forse non sarà bravo a parole (ma dove?) come il suo leader, come ha dichiarato JK, ma in questo spettacolo ha dato l’anima e a noi è arrivato molto ma molto di più. Con pezzi come Somebody e 3D che dal vivo rendono tantissimo, con Hate You che è uno dei suoi singoli preferiti e lo si intuisce anche dal suo modo di eseguirlo.

Ma è stato soprattutto il momento “JungKook asks, ARMY answer” che è riuscito a farci vivere un’altalena di emozioni, degne di un appuntamento al luna park.

Nei giorni precedenti al live, era arrivata una notifica di weverse con una serie di domande che JK ha rivolto ai fans e, durante lo spettacolo, sono state lette alcune delle 260000 risposte ricevute. Le prime domande hanno dato modo al pubblico di sbizzarrirsi con le risposte su cosa mangerebbero con JungKook, arrivando a creare il menù di una giornata; partendo dalle foglie di perilla in salamoia (piatto tipico coreano che ha dato origine al “Perilla Leaf Debate” tra i fidanzati, perché è un piatto difficile da mangiare con le bacchette e il dibattito si focalizza su quanto sia accettabile che il proprio fidanzato/a aiuti un’altra persona in difficoltà con la portata), al mak-guksu (noodle di grano saraceno con diversi condimenti) per pranzo, alla pancetta a cena e spuntino notturno a base di pollo. In pratica i piatti preferiti di JungKook. Per poi passare a come trascorrerebbero una giornata con lui (e nota parte: io onestamente avevo scritto cucinare), con la sua scelta di preferire esercitarsi in palestra che andare al luna park perché sarebbe estenuante, fino alla domanda che ha lasciato il pubblico senza fiato “la prima cosa che vi viene in mente pensando a JK” e lui ha risposto “sarang…love comes to mind first when I see ARMY” (amore è la prima cosa che mi viene in mente quando penso agli ARMY).

La seconda parte delle domande invece era una sorta di test su quanto gli ARMY conoscono il maknae, partendo dall’ultimo messaggio che ha scritto nella chat di gruppo (“kekekeke”, LOL), alla sua parte preferita del suo corpo ossia gli occhi e la mano (per via del tatuaggio ARMY) per concludere con “se tutti gli ARMY chiudessero gli occhi, cosa farei?”, salendo sulla scala per intonare le prime note di Shot Glass of Tears che dal vivo diventa ancora più bella all’ascolto. Sono poi susseguite il resto delle canzoni dell’album con Too Sad To Dance, Please Don’t Change, Seven (clean version). Poi c’è stato un nuovo intervallo con i cartelli dei fans che hanno mostrato il loro affetto per JungKook ed, infine, ha ripreso con Magic Shop passando poi a salutare RM che ha assistito allo spettacolo nel pubblico e chiudendo con Still With You ma soprattutto con “Anytime, anywhere I’m still with you. Please don’t forget it” (in ogni momento, ovunque voi siate, sono ancora con voi, non dimenticatelo).

Quel saluto, quel regalo per prepararci alla notifica ma soprattutto alla partenza. Ma se ha aperto il concerto con “This is JungKook of BTS”, la chiusura è stata quella in grado di darci il colpo definitivo “Until now, this was JungKook, that can’t live without you” (fino ad ora, questo è JungKook che non può vivere senza di voi”.

E noi faremo tesoro di questi momenti, di quello che ci ha regalato, saremo i custodi del Magic Shop fino a quando non ritorneranno tutti e sette, custodi anche del mondo dorato di JK.

Non so se abbiano in programma di ritrasmettere lo spettacolo o sperare che esca anche al cinema ma vederlo anche solo una volta è stata un’esperienza che ha lasciato il segno.

Vi lascio con Shot Glass of Tears che è una delle mie tracce preferite di sempre, fatemi sapere cosa ne pensate qui e su IG!

*Se questo articolo vi suona familiare, è perchè è stato pubblicato in precedenza su un’altra piattaforma ed oggi potete trovarlo qui nel blog della sua autrice in una versione aggiornata.

Lor

Una risposta a “GOLDEN Live on Stage: l’appuntamento con JungKook”

  1. […] Del primo abbiamo avuto un’anteprima con l’Hobipalooza, poi il D-Day Tour di Suga ed infine Golden on The Stage di JungKook. E del […]

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