Bon Voyage 2: …making others smile

What’s the most important thing in your life?

(NamJoon)

To make sure that I’m happy…(…)I make myself smile by making others smile

(Jin)

Vi è mai capitato di leggere commenti dei solo stan sul genere “ecco, avete visto? È chiaro che Suga odia Jimin! Lo ridicolizza sempre!”,“TaeHyung è il migliore, dovrebbe mollarli tutti, mettersi da solo e vedrebbero che sono persi senza lui”, “Guarda Hobi come viene trattato! In questa canzone ha solo un verso a malapena! Non lo considerano mai!”?

Ho citato solo alcuni esempi che mi sono capitati sotto mano negli anni e credetemi i social sono pieni di queste considerazioni speciali che mi hanno sempre portato a chiedermi se davvero queste persone si siano mai prese la briga di guardare oltre il proprio naso, perché basterebbe davvero poco, anche solo una puntata di un Bon Voyage a caso, per far crollare i loro castelli di odio. Questa premessa è necessaria per introdurvi alla recensione di oggi dove il tema dominante è proprio l’amicizia.

Ma, prima di immergervi nell’esperienza, provate ad immaginare di affrontare un viaggio con i vostri colleghi-amici di lavoro, di dover superare prove in coppia, tra cui regalarvi a vicenda qualcosa di particolare -anche di poco conto- e, alla fine di quest’avventura, dovete prendere carta e penna e scrivere una lettera ad una persona che vi ha accompagnato in quest’altalena di emozioni.

Siete riusciti a farlo? Chi avete portato con voi, cosa vi siete regalati e cosa avete scritto nella vostra missiva immaginaria? Avete parlato di come e quando vi siete conosciuti? Di come vi siete cambiati a vicenda? Di quello che odiate l’uno dell’altro ma di cui non potete fare a meno perché in realtà è qualcosa di speciale che vi lega?

In queste poche righe c’è tutto quello che dovete sapere per gustarvi la seconda stagione di Bon Voyage, ambientata questa volta alle Hawaii, dove è successo tutto questo e anche molto di più, come perdere un asciugamano nell’oceano, costruire le classiche torrette di pietra coreane per esprimere desideri o scrivere il proprio nome sulla sabbia, farsi un tatuaggio con l’henné, sorvolare un’isola vulcanica con l’elicottero, giocare a bowling da tavolo, farsi il bagno vestiti o spacciare nomi di pittori europei come propri per non farsi riconoscere e, ancora, cimentarsi nel preparare piatti tipici (con Suga terrorizzato dal dover mangiare qualcosa cucinato da RM) e girare l’isola sull’ATV (esperienza che poi riprenderanno anche in In the Soop 2), gridando Aloha in ogni occasione.

Quello che hanno vissuto non è stato un semplice viaggio ma una scoperta di se stessi, del significato di amicizia; sono stati sei giorni in cui hanno affrontato le proprie paure e squali in senso letterale –nuotando accanto a loro– ma anche metaforico perché in ogni gruppo di amici, c’è sempre una persona speciale nei confronti della quale vi sentite quasi in soggezione, inadeguati, senza sapere che forse queste sensazioni sono reciproche.

Siamo abituati a vedere V e Jimin insieme o jhope e Suga ma il Daegu Team a cena fuori? O jhope e NamJoon? E le tre J (Jimin, Jin e JungKook)? Ogni giorno hanno formato squadre diverse decise dalla sorte ma anche da loro stessi come nel caso di Suga e V, dove è stato lo stesso YoonGi a chiedere di far coppia con lui (e, anni dopo, ha ricordato quei momenti anche in Suchwita), così come Nam ed Hobi che raramente vediamo insieme ma sappiamo quanto sono legati l’uno all’altro e non solo per una mera questione anagrafica (la line ’94) ma li accomuna un profondo rispetto reciproco al punto da far ascoltare in anteprima il proprio lavoro all’amico (Jack in the box e Indigo). Ecco, su questo punto c’è tanto da dire perché, oltre a vedere tutti fare il tifo per Hobi che stava lavorando al suo primo mixtape, c’è stato anche il momento in cui tutti si sono rivolti verso Jimin spronandolo a creare qualcosa di suo o, ancora, sempre Suga che, nella sua lettera, ha sottolineato il talento e l’impegno di Jin nel canto.

Ho amato ogni singolo episodio di questa stagione, ogni momento, vederli condividere ricordi, scoprire nuovi dettagli della loro amicizia, come quando hanno raccontato che da trainee portavano sempre cibo da casa nel dormitorio al rientro dalle vacanze per esser sicuri che tutti avrebbero avuto qualcosa da mangiare o, quando Jin si è lamentato di JungKook che saltava sul suo letto e si faceva i selfie che poi postava nella chat di gruppo ma alla fine adora quei piccoli momenti del maknae. Sette ragazzi semplici che sognavano il successo, la Billboard e l’hanno raggiunta.

Ho aperto questa recensione con una frase di Jin in risposta alla domanda di NamJoon “Qual è la cosa più importante nella tua vita?”. L’hyung ha risposto “Esser sicuro di esser felice (…) Sorrido, facendo sorridere gli altri”.

Non so se questo sia il vero segreto della felicità, il modo migliore per vivere la propria vita ma è qualcosa che sento molto vicino al mio modo di essere e che mi ha fatto riflettere perché non c’è nulla di banale in queste semplici parole che regalano l’immagine di una persona straordinaria e della quale istintivamente vorresti esser amico.

Vi lascio con Friends di Jimin e V.

Fatemi sapere cosa ne pensate qui e nei commenti su IG!

Lor

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