Avete mai avuto quella sensazione di sentirvi fuori posto? Inadeguati? Vi guardate attorno e tutto vi sembra uguale, monotono, vi sentite come un soprammobile di cui nessuno sente il bisogno, che nessuno vede né sente. Molte storie di ARMY sono simili a questa: persone che hanno ritrovato la voglia di vivere e hanno iniziato a sentirsi parte del mondo grazie alla musica dei BTS e se fosse lo stesso anche per loro? Se avessero anche loro bisogno di noi? RM ma anche gli altri membri ci hanno dimostrato più volte il bisogno di sentirsi rassicurati dal sostegno del fandom. NamJoon lo ha anche scritto in un messaggio su weverse a maggio 2023 “I’m curious and scared of what it’ll be like after coming back” (sono curioso e spaventato da come sarà il futuro, cosa ci aspetterà e troveremo al nostro ritorno) e lo ha inciso persino nel suo ultimo singolo, nei versi “come back to me, like you used to” (torna da me come facevi una volta, come facevi prima).
Non è semplice riuscire a parlare dei testi di RM, anche se in generale questo è un problema che si riscontra in tutti i singoli autoprodotti dagli artisti perché bisogna saper trovare la chiave di lettura giusta e non sempre è facile; sono tante le variabili in gioco e occorre saper distinguere in prima battuta le emozioni e il vissuto di chi ascolta da chi ha composto il brano. Io non sono brava in questo perché il mio approccio è emotivo, si basa su quanto e cosa riesce a trasmettermi il pezzo di un artista ma anche su quanto ho percepito attraverso i suoi lavori precedenti e, nel caso di NamJoon, anche con le sue live e i post tramite i quali l’ho conosciuto. Tutto questo per dire che ho amato questa traccia e il suo MV, uscito il 10 maggio, e ne ho dato una mia personale interpretazione da baby army.
Come back to me è il singolo che abbiamo ascoltato in anteprima attraverso i video di chi ha assistito al concerto che ha chiuso il D Day Tour di Agust D, il 6 agosto 2023, al Jamsil Indoor Stadium di Seoul e che ha anticipato l’album “Right Place, Wrong Person” in arrivo il 24 maggio. Di questo ultimo lavoro sappiamo già che è composto da tracce che “catturano le emozioni universali che ognuno di noi ha sperimentato ad un certo punto della vita, come il sentirsi un’outsider, fuoriposto” e questo brano, definito dallo stesso RM come “una delle canzoni a lui più care” (most treasured songs), ci ha dato un assaggio corposo di quello che ci aspetta.
Sotto il profilo tecnico, il singolo viene definito appartenente al genere indie pop, nel quale rientra anche lo stile lo-fi che ritroviamo nel fischiettio di RM che ci accompagna per la prima parte del brano, dandoci l’idea di una sorta di chiacchierata serale tra due amici che si incontrano per strada e parlano, scambiandosi confidenze tra i rumori che li circondano e lì arriva la voce calda di NamJoon che dice “I told you I’m fine tonight, staying good, spring always been here” (ti ho detto che sto bene stasera, sto bene, la primavera è sempre stata qui). La primavera e in generale le stagioni sono spesso presenti nei testi scritti da RM per i BTS, come in Spring Day (“Pass the end of winter’s cold, until the spring day comes again, until the flowers bloom again, please stay, please stay there a little longer”, fino a quando non finirà il lungo inverno, fino a quando non arriverà la primavera e i fiori sbocceranno, per favore resta qui, resta qui un pochino più a lungo) ma anche in Best of Me, “I hope you don’t forget that you are my day by day, summer, winter” (spero che tu non dimentichi che sei il mio giorno dopo giorno, estate, inverno). Le stagioni sono delle metafore per esprimere il legame con il fandom. E lo è anche qui, nella ricerca di quella comfort zone, quella pace emotiva e serenità che RM riesce a ritrovare grazie anche gli army e all’ispirazione che proviene da loro (sleep in her eyes). Al punto da dimenticarsi di guardare l’ora, di lavarsi, persino di sciacquarsi la faccia. E prosegue nel testo, nella chiacchierata con se stesso ma anche noi, affermando “you don’t have to be anything you see, trying not to be that something in the sea” (non devi esser tutto quello che vedi, cerca di non confonderti nella massa).
Conclude con “You are my pain, divine, divine”, come l’estasi e il tormento; l’ispirazione che quando manca è un tormento e quando arriva si cade in uno staso di estasi al punto da dimenticarsi anche di se stessi.
La scrittura del testo, interamente in inglese salvo due versi, ha visto la partecipazione di Oh Hyuk, cantautore frontman dei Hyukoh, che ha collaborato tra i tanti anche con gli Epik High, IU e Gaeko; di San Yawn del collettivo Balming Tiger con il quale RM ha partecipato alla traccia Sexy Nukim, scritta anche da YNKYRD che figura tra gli autori di questo brano ed, infine, Kuo-Hung Tseng (Sunset Rollercoaster).
Ma veniamo al video musicale diretto dal regista Lee Seong-jin, conosciuto per la serie Beef (presente su Netflix), girato a Paju (nella provincia di Gyeonggi), che ha lasciato spiazzati un po’ tutti alla ricerca dei suoi significati nascosti. Al primo impatto è un po’ come perdersi nel labirinto della vita e dentro l’IKEA.
Se avete visto il video, sapete già di cosa parlo.
Sono presenti una serie di ambienti che rappresentano diverse realtà e diversi tempi nei quali NamJoon è come prigioniero, intrappolato dalla confusione della vita. Ad un certo punto incontra una donna interpretata dall’attrice Kim Min-ha (che ha lavorato in Pachinko e School 2017) che riporta serenità nella vita del leader.
Ci sono diverse ipotesi su chi rappresenti veramente. La mia idea è che sia il fandom ma anche l’ispirazione, come nell’ultima parte del testo; quando arrivano portano ordine e serenità in mezzo alla confusione. C’è chi l’ha paragonata alla terra, sottolineando l’amore di NamJoon per la natura. Ed infine c’è la teoria dell’anima, per cui RM incontra se stesso e capisce che l’importante è amare se stessi per esser felici.
Non sappiamo quale sia l’idea corretta, ognuno di noi è libero di interpretare come preferisce sia il video che il brano. Ma sappiamo per certo che NamJoon si è ispirato alla serie artistica “Intimate Suffering” di Kim Beom che rappresenta un labirinto di linee; ne ha postato l’opera a gennaio 2023 sul suo profilo instagram (post probabilmente finito nelle foto archiviate). Se andate a cercare Kim Beom, vi rimarrà impressa una citazione dell’artista “Life comes with its share of problems and finding the right way is hard but it seems to be human instinct and nature to do so” (La vita arriva con la sua quota di problemi e soluzioni, trovare la giusta via è spesso difficile ma è nell’istinto umano e nella natura farlo). E così fa NamJoon nel suo video.
Se non vi ho tediato abbastanza e state ancora leggendo, aggiungo anche che NamJoon è un fan delle teorie psicologiche di Carl Gustav Jung che si ricollegano sia al video che al singolo. Per Jung per la vita è un percorso (l’idea del labirinto) in cui l’individuo si pone tra l’inconscio collettivo (costituito da diversi modelli, archetipi) e l’inconscio individuale (la realizzazione del singolo a confronto con la collettività) e questo concetto lo possiamo ritrovare in Map of the Soul: persona dove già il titolo stesso è ispirato al libro “Jung Map of the Soul” del Dr. Murray Stein sulle teorie di Jung (ed RM si chiede “Who the hell am I?” in Persona), in Fake Love (I changed everything just for you, but I don’t know me. Ho cambiato tutto per te, ma non mi conosco più) e IDOL(There are hundred of me’s inside me, I’m facing a new me again today. Ci sono centinaia di me dentro di me, oggi sto affrontando un nuovo me). E se vogliamo esser un pochino patriottici: possiamo pure vederci anche Pirandello in queste parole, con le centinaia di maschere che portiamo ogni giorno. Siamo uno, nessuno e centomila. Come NamJoon in questo video.
Detto questo: non vedo l’ora che arrivi l’album!
Fatemi sapere cosa ne pensate qui e nei commenti su IG!
Lor
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