SUGA/AGUST D Tour D-Day in Japan

In occasione dell’uscita al cinema di SUGA con Agust D Tour D-Day The Movie il 10 aprile 2024, con le partecipazioni speciali di RM, JungKook e Jimin, vi ripropongo un mio vecchio articolo -aggiornato e riadattato- scritto su un’altra piattaforma in merito al concerto tenuto in Giappone il 4 giugno 2023 e andato in onda in mondovisione.

Buona lettura!

“A to the G, to the U, to STD…sending listeners to Hong Kong with my rap”

Agust D

E non ci hai portato solo ad Hong Kong, Suga. Il tuo nome è arrivato ovunque e la tua voce ci ha fatto raggiungere posti ed emozioni che non potevamo neanche immaginare, che tu stesso non riuscivi neanche a sognare.   

Parlare e scrivere di musica non è facile, scrivere delle emozioni che ha suscitato un concerto ancora meno perché si mette a nudo una parte di se stessi, della propria anima, che spesso non si è neanche così sicuri di voler mettere in esposizione, di voler condividere con gli altri perché abbiamo paura di quello che possono pensare e leggere dentro di noi, di quella parte fragile che teniamo nascosta al mondo, ma alla quale bastano poche note per tornare in superficie. La musica non lascia mai indifferenti, è sempre capace di suscitare, smuovere qualcosa nell’animo, che la mente ricollega ad episodi e momenti particolari della propria vita. E, contemporaneamente, compie una delle magie più straordinarie, crea nuovi ricordi e sensazioni che sul momento non si è in grado di classificare ma restano dentro e, negli anni a venire, lasciano un sorriso sul viso al solo pensiero. La fa facile Agust D a dire che la sua voce ti porta ad Hong Kong (espressione il cui significato letterale è, per usare un eufemismo, diciamo portarti in paradiso, raggiungere il nirvana, in parole povere l’orgasmo – ecco, l’ho detto) ed è questo che accade, ma anche molto altro in ogni suo concerto dal primo agli ultimi che hanno visto la partecipazione straordinaria di JungKook (che si è esibito in Burn it, sbagliando un pezzo del singolo e scusandosi poi in live lo stesso giorno, chiedendo a Suga il permesso per poter partecipare alle date successive e redimersi, e poi in Seven), di Jimin (con il quale ha eseguito Tony Montana e poi Like Crazy) e di Namjoon (che lo ha accompagnato in Strange per poi concludere con un inedito ).

Il tour mondiale, che ha portato Suga, nelle vesti di Agust D, in giro per l’America e l’Asia, si è concluso Seoul, ma sembra quasi ieri che è uscito il comunicato, con la notizia dei concerti che avrebbe tenuto da solista, nel giorno di San Valentino. Ricordo che sono andata subito a verificare le date pur sapendo che sarebbe stato quasi impossibile avere un concerto in Europa e, anche nel caso, sarebbe stato altrettanto impossibile avvicinarsi ai biglietti. Ma la vera sorpresa è stata scoprire nei mesi successivi che ci sarebbe stata una data al cinema, quell’unica data in cui tutti avremmo potuto vedere il concerto allo stesso tempo, in diretta dal Giappone, seduti nella platea della sala.

Io non sono mai stata una di quelle persone che va al cinema a guardare i concerti, perché ho bisogno di sentire e vivere la musica dal vivo o paradossalmente da sola nel silenzio della mia stanza dove posso cantare indisturbata, ma ho iniziato a ricredermi dopo -sì, lo so, sono cosciente di averlo detto già mille volte ma una volta in più non può far male- aver visto Hobi al Lolapalooza e da lì è iniziata la mia avventura di Baby Army (lo so, state pensando ad Hobi in versione in Dirty Dancing: “nessuno può metter una Lor Baby Army in un angolo”), recuperando poi il concerto di Busan sia in diretta che al cinema e poi finalmente il live viewing di Agust D.

Non sapevo cosa aspettarmi perché quando sono andata a vedere il concerto di Busan al cinema, la sala era pacata e tranquilla, erano passati mesi e più o meno tutti avevamo già avuto modo di recuperarlo su diverse piattaforme, questo invece è stato il mio primo concerto purple in presa diretta. Nei giorni precedenti, erano emersi video delle date in America, ricchi di diversi momenti ilari con protagonista Suga alle prese con la tecnologia e la sponsorizzazione del marchio Samsung, made in Korea, come miglior ambassador di sempre e mi ero fatta un’idea generale della scaletta che avrebbe seguito, ma solo quello, perché di fatto non mi aspettavo tre quarti dello spettacolo a cui ho assistito. Nessuno spoiler è stato in grado di prepararmi o rovinarmi la magia di questo concerto.

Partiamo da quando mi sono seduta in sala, c’erano Army di tutte le età e, sfatiamo un mito, c’erano anche uomini presenti in sala. Però, ho temuto seriamente che sarei uscita dalla sala con uno di quel mal di testa da record. Appena iniziato il concerto, è partito infatti il fanchant dei BTS in sala, trasformatosi, poi, in un chant dedicato solo a Min YoonGi con tanto di ArmyBomb accecanti che si muovevano all’unisono. Ma, contrariamente alla prima impressione, poi la maggior parte dei fans è stata abbastanza pacata, salvo in alcuni pezzi per cui è stato impossibile anche per me trattenerci. Non si può non cantare DaechwitaSDL, Cypher 3 … ok, credo di aver cantato più o meno tutti i pezzi del repertorio, anche quelli che non conoscevo.

Ma al di là di questo, ci sono stati momenti in cui è stato come assistere ad un film vero e proprio. Già il video di Haegeum aveva dato quell’idea e il concerto si è aperto con uno spezzone che sembrava uscito da una pellicola di cui comprerei il biglietto senza neanche leggere la trama, mi ha convinta il trailer e senza neanche impegnarsi. Ci sono stati altri spezzoni durante il concerto che hanno fatto da intervallo per permettere a Suga di far riposare la voce (che è risultata ancora leggermente graffiata dalla tosse dei giorni precedenti e, se possibile, questo l’ha resa ancora più emozionante in certi pezzi) e di cambiarsi d’abito ma soprattutto hanno permesso anche a noi spettatori di immergerci in una delle tante realtà alternative del mondo dell’artista.

Haegeum è stato anche il primo pezzo con cui si è aperto il concerto, seguito da Daechwita e Agust D che con Give it to me ci ha ricordato chi è Agust D. Poi ci siamo trovati davanti a Suga con la chitarra firmata dai membri del gruppo e in quel momento, ma anche quando ha cantano i suoi versi nei pezzi come Cypher 3Cypher 4, Ugh!, Ddaeng dei BTS ma anche in Huh! e nella sua versione di Life goes on (più disperata e malinconica dell’originaria), si è sentita la mancanza dei suoi fratelli, di quel “Go Jay” cantato in direzione di Hobi per dargli l’attacco. Mi ha ricordato proprio lui, in quel frangente, mi ha ricordato jhope quando ha cantato una versione alternativa di Dynamite, da solo a Chicago, guardandosi attorno per un momento alla ricerca degli altri membri, sentendosi solo. Esibirsi su un palco da soli per la prima volta dopo aver passato una vita insieme non è facile, ma come ha ricordato Suga, alla fine di ogni tappa del tour, tornerà -e torneranno- in ogni posto per esibirsi di nuovo al completo.

Altri momenti e pezzi che mi hanno particolarmente colpita, sono stati Seesaw SDL, ma anche People People pt. 2 Polar Night. Senza dimenticare Moonlight, Burn it, Shadow. O quando ha ricordato il Maestro Sakamoto con una clip, vista anche in Road to D Day, che ha registrato il loro unico e ultimo incontro, che l’artista ha ricordato anche in una recente intervista come “un processo creativo rigenerante”, due geni della musica che si sono incontrati, un “senpai meraviglioso”, prima di eseguire Snooze.

È stato toccante anche il momento dedicato ai fans, quando hanno inquadrato i vari cartelli scritti per Suga e lui che si è divertito con il pubblico anche durante l’esibizione di DDay Never Mind.

Ma il momento migliore, oltre a SDL (l’ho già detto quanto amo questo pezzo?) è stato Amygdala che sentita in live diventa ancora più bella ed è riuscita a commuovere tutta la sala che cantava all’unisono “I don’t know your name”.

Il concerto si è concluso con The last che riassume chi era, chi è stato Agust D e che segna un punto di svolta, perché nel prossimo tour ci sarà Suga. Uno Suga guarito dalle cicatrici del passato.

Non so quanti di voi abbiano avuto modo di vedere il concerto o andranno a vederlo al cinema ad aprile ma spero di esser riuscita, anche solo per un momento, a rendervi partecipe delle emozioni che ho vissuto. Ho deciso di chiudere questo pezzo con una citazione tratta da Snooze che è un incoraggiamento per tutti noi, ma anche per un augurio che mi sento di ricambiare verso Suga stesso:

“I hope your dream won’t just be left as a dream, I’ll cheer you on anytime, anywhere”.

Spero che i tuoi sogni, non restino tali. Farò il tifo per te, sempre e ovunque.

PS: Una piccola curiosità, dopo il concerto di Bangkok, Suga ha rivelato che il chitarrista che lo ha accompagnato ha suonato la chitarra in TakeTwo.

PPS: Vi lascio con SLD…perché Somebody does love but I’m thinking about Suga.

Lor

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