Hope World: the standard for happiness

Io ho un problema, quando mi appassiono a qualcosa inizio a divorare tutto, partendo da quello che trovo sotto mano e dopo vado a recuperare il resto. Ho fatto così con la saga di Harry Potter, guardando il primo film e poi comprando il quarto libro che era appena uscito (e che resta ad oggi uno dei miei preferiti), andando a ritroso con i primi libri e diventando una PotterHead di prima categoria, della casa dei CorvoNero.

Con i BTS? Stesso “modus operandi” da divoratrice seriale. Partendo da Christmas Tree per arrivare dritta a Proof, More, al Lolapalooza e Jack in the Box, senza aver ancora recuperato Hope World, il primo mixtape di Hobi, la sua prima prova del fuoco.

Ho fatto bene? Non lo so, sta di fatto che forse avrei avuto un’altra chiave di lettura diversa dall’interpretazione che ne do oggi, alla luce di quello che ho capito, conoscendo jhope a modo mio e voglio partire con voi dalle basi, con qualche spoiler dell’Hobi odierno, per arrivare poi a Hope On The Street Vol.1 che riprende in parte questo suo primo lavoro per le sonorità pop, funky, con la voglia di divertirsi ballando.

Come anticipato, Hope World è il mixtape di Hobi, disponibile su Soundcloud, uscito il 2 marzo 2018, nell’anno più duro per i BTS -ricordato anche da Jin nel famoso discorso ai MAMA 2018 e durante l’episodio di Suchwita in cui è stato ospite – l’anno in cui hanno rischiato di sciogliersi e che ha prodotto tracce come Outro:Tear, ma anche quello in cui hanno finalmente avuto i riconoscimenti dovuti per i sacrifici e il duro lavoro fatto.

Per il suo primo lavoro da solista in cui compare nei crediti di ogni singola traccia, jhope si è ispirato nel titolo a Cole World: the sideline story, il primo album del rapper americano J.Cole (che conosciamo per aver collaborato con Hobi a On The Street e per Born Sinner, il singolo che ha ispirato Born Singer) e al romanzo di Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari, in cui vengono narrate le avventure del Professor Aronnax a bordo del Nautilus guidato dal Capitano Nemo, nei testi e nei disegni in copertina ma anche nei diversi stili e rumori che accompagnano i sette singoli, come il viaggio sott’acqua, come lo scratch (presente in Base Line, è quel ritmo creato dal DJ quando muove il vinile avanti e indietro).

Hobi è il Capitano che ci salva e ci guida con la sua musica, con il suo ritmo groove, funk, che spinge il corpo a muoversi a tempo, “Everyone is Aronnax, I’m Captain Nemo, follow”(ognuno di voi è Aronnax e io sono il capitano Nemo, seguitemi), in un mix tra coreano e inglese, partendo con la prima traccia omonima, Hope World, e la battuta “my name is my life, a hopeful vibe, a positive rather negative type. I live up to my name” (il mio nome è la mia vita, una vibrazione di speranza positiva piuttosto che negativa, vivo all’altezza del mio nome), sempre all’altezza del suo esser il raggio di sole del gruppo già nel saluto con il quale si presenta “I’m your hope, you are my hope, I’m jhope” (sono la vostra speranza, siete la mia speranza, sono j-speranza). “I enjoy curses and vulgar language but I don’t do that in my music” (mi piacciono le imprecazioni e il linguaggio volgare e ne abbiamo la prova in diversi videoma non li uso nella mia musica).

Everyday is a d-day, a lifetime thanking for the environment I’m given”, ogni giorno è un mettersi alla prova, una vita a ringraziare per quello che è -ed ha- oggi. Per Hobi, questo mixtape è il suo vero d-day; nato come ballerino e diventato un rapper grazie a Suga ed RM, nella tana del rap, ma vivendo con la sindrome dell’impostore, con questi pezzi cerca di dimostrare di esser all’altezza ed essersi guadagnato il nome rapper, “my world, my own story (…) I run 20000 leagues under the sea (…) let’s go around the world like a novel”, (il mio mondo, la mia storia (…) correndo 20000 leghe sotto il mare (…) partiamo per il giro del mondo come in un libro).

La prima traccia si chiude con un outro familiare: trust me and run (fidatevi di me e correte). E noi continuiamo a correre con lui attraverso P.O.P, Piece of Peace, che forse è il pezzo che mi ha colpito di meno al primo ascolto, ma di fatto è quello che poi porterà all’Hobi del Lolapalooza, la sua voglia di diventare la speranza di qualcuno (che ritroveremo in tracce come Pandora’s Box, nell’album Jack in the Box), la pace interiore in una vita che è come un film a più riprese e, si avverte, nella parte strumentale, il richiamo al rumore del ciak del regista che filma la nostra vita, giorno dopo giorno, con i nostri errori in primo piano.  “Anyone makes mistakes, anyone suffers (…) no pain, no gain (…) you are the standard for happiness and you walk that road” (Tutti facciamo errori, ognuno di noi soffre (…) non c’è vittoria senza dolore (…) ma tu sei lo standard della tua felicità e devi camminare per quella strada). Idea che verrà ripresa in Love Yourself, album dei BTS che uscirà qualche mese più tardi. E, ancora, “Even if you stream your song, this world is hard of hearing” (anche se urli la tua canzone, il mondo è sordo). Concetto che riprende in parte Whalien 52 (contenuta in The Most Beautiful Moment in Life, pt. 2, 2015) e la solitudine interiore di chi grida senza esser ascoltato, di chi vive in un costante sogno ad occhi aperti come nella traccia che segue nel mixtape, “Daydream”.

In questo singolo Hobi parla del dualismo degli idol che vivono una vita pubblica e una privata (anticipando poi di fatto il suo esser HoSoek nella vita di tutti i giorni, l’Hobi che vediamo in RUN BTS, il jhope sul palco con i BTS e…Jay, il suo lavoro da solista). Nella vita privata, l’idol sfoga il suo bisogno di piangere, gridare ma anche vivere festeggiando, innamorandosi (wanna cry in peace (…) wanna party like crazy (…) wanna fluttered with love), di vivere quel sogno ad occhi aperti che lo porta nella tana del Bianconiglio di Alice, sulla strada per Hogwarts, in un mondo di miraggi che però non dura per sempre. Esprimendo desideri al cielo ma anche sulle cicatrici (wishing on a sky, wishing on a scar…Hobi gioca sulle parole star-stella e scar-cicatrice, dove la cicatrice è forse la parte più concreta, più reale. Esprimere un desiderio su se stessi, verso se stessi).

Quando pensiamo alle celebrità, li vediamo come arrivati, come persone che non hanno più sogni perché li hanno realizzati tutti ma anche loro sognano e desiderano vivere la propria vita, solo che poi si svegliano e Hobi dà la sveglia nel finale: WAKE UP! Svegliati.

Di questo pezzo, mi hanno colpito in particolare i riferimenti letterari che in realtà emergono in tutto l’album, da Ventimila Leghe Sotto i Mari ad Alice nel paese delle Meraviglie a Harry Potter e al Giro del mondo in ottanta giorni. Riferimenti non scontati se si pensa che il padre di Hobi è un professore di letteratura e quindi può aver trasmesso al figlio la conoscenza e l’amore per i libri che emerge in questo lavoro.

Passiamo poi a Base Line, pensata inizialmente come un interludio che si è trasformato in una traccia in cui Hobi esprime la sua gratitudine nei confronti della vita, della musica, del suo esser un ballerino di street dance per 10 anni e poi esser approdato al rap, la sua baseline è la musica modellata sul suo corpo, sui suoi movimenti, fluida come lui. Proseguiamo poi con Hangsang (sempre), in collaborazione con Supreme Boi (vero nome Shin Dong-hyuk, rapper e produttore che ha collaborato con i BTS a diversi lavori come Fake Love e Mic Drop); è la traccia più rap del mixtape, parla della vita dei BTS ora che hanno raggiunto il red carpet, del mondo che “falls into step with these seven people, we are always together (…), you guys are the crow-tits”, il mondo che adesso è ai piedi di questi sette ragazzi, sempre insieme e sono gli altri i crow-tits, quelli che cercando di imitarli, di imitare chi è meglio di loro. E nell’outro, Hobi chiude parlando del gruppo, di loro che sono partiti dal basso “the nobodies who keep making trouble. The records we set, our results” (gli sconosciuti che continuano a combinare danni, a portare a casa records su records). E si arriva ad Airplane che riprende anch’essa la storia dei BTS ma anche di Hobi stesso, partito da Gwangju e arrivato a Seoul ragazzino, senza aver mai preso un aereo, ripensando al primo volo in Giappone con le farfalle nello stomaco per l’agitazione mentre oggi lui stesso è un “issue man”, l’uomo da copertina, ricercato dai fotografi, che beve champagne in aereo, la metafora del successo. Gli altri possono esser gelosi ma a lui non interessa, è arrivato, è felice e si gode il suo aereo, il suo momento di felicità in modalità aereo con le notifiche d’odio disattivate.

Il mixtape si chiude con la malinconica Blue Side che è uscita in due versioni, una prettamente strumentale e un’altra, più completa, uscita nel 2021 nel terzo anniversario dalla pubblicazione, ad un anno dallo scoppio della pandemia, dove jhope parla di quando la loro vita era più semplice, mentre oggi le stagioni sembrano tutte uguali e lui vorrebbe tornare a bruciare per le sue passioni, tornare al blue side, al cielo blu che vedeva in Airplane, quando sognava ad occhi aperti in Daydream.

Ho amato questo suo primo lavoro; è stato il suo primo passo da solo nel mondo della musica, il suo inizio e la sua dimostrazione al mondo dell’artista che è oggi e che sforna un successo dietro l’altro, come nell’ultimo album Hope on the Street Vol. 1.

Vi lascio con l’MV di Airplane, una delle tracce che ho amato di più e ditemi cosa ne pensate nei commenti qui sotto o nel mio profilo IG!

I purple you!

Lor

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