INDIGO: Use it when flowers bloom or fail

Indigo, istruzioni per l’uso e l’ascolto: mentre fai una passeggiata, sei sotto la doccia, stai guidando, sei in pausa caffè, stai lavorando, stai ballando, stai leggendo un libro, quando i fiori sbocciano o cadono. Parola di NamJoon.

Quando è uscito l’album di jhope, Jack in the Box, il primo che ha fatto da apripista al debutto da solisti dei BTS, è stato come scoperchiare il vaso di Pandora, in senso letterale dato anche il nome di uno dei singoli presenti al suo interno, “Pandora’s box”, perciò quando è stato il turno di RM sapevo che non sarebbe stato da meno, anche se ancora non avevo recuperato i mixtape RM e MONO.

Quest’ultimo lavoro, Indigo, ribattezzato “The last archive of my twenties”, l’ultimo “archivio” dei miei 20 anni, rappresenta la sua maturità, come un fiore che è sbocciato dall’adolescenza all’età matura, il passaggio dai venti ai trent’anni. L’ho sempre definito un album che dà voce ai nostri sentimenti, a quello che è rimasto in fondo al vaso di Pandora, in fondo alla nostra anima; un viaggio con le emozioni che si compie attraverso dieci tracce in inglese e coreano (ad eccezione di Change pt.2 e Closer, interamente in lingua inglese), composte per lo più da collaborazioni di un certo livello e una ricerca di nuovi suoni naturali e umani.

I diversi singoli si alternano tra generi quali R&B, hip hop, rock, pop, funk e neo soul come le diverse gradazioni di blu, di indaco, rappresentate nel quadro di Yun Hyong-keun, uno degli artisti preferiti di NamJoon, tra i maggiori esponenti della corrente monocromatica e minimalista coreana (chiamata dansaekhwa), che rappresentano il concept dell’ultima fatica di RM.

Si parte con “Yun”, uno dei miei pezzi preferiti; è una collaborazione con Erykah Badu, cantautrice e attrice statunitense, artista di punta neo-soul. La traccia si apre e si chiude con la voce di Hyong-keun e il suo pensiero in merito alla concezione di umanità di Platone e la ricerca del significato di esser umano, ricerchiamo la verità, il benessere, la bellezza ma abbiamo già tutto quando abbiamo la verità. Come ha spiegato NamJoon, il singolo è una rappresentazione delle sue emozioni, quello che prova attraverso le opere dell’artista. La sensazione e la voglia di tornare bambino, quando c’era l’innocenza, quando c’era solo il giusto e lo sbagliato, quando non importava dei canoni dettati dalle mode del momento (F*ck the trendsetter, I’ma turn back time (…) far to when I was nine, when things were only good or bad, I think I was more human), quando si vivevano le emozioni come la gioia ma anche i dispiaceri, quando c’era il tocco umano. Quel tocco umano che nella musica supera qualsiasi abilità tecnica perché è capace di dare vita alle parole. È anche una risposta alle critiche al mondo dell’hip hop, spesso sottovalutato per mancanza di tecnica, di particolari abilità ma carico di emozioni.

Passiamo poi a “Still Life” con Anderson.Paak, rapper, batterista e produttore statunitense, e un singolo energetico in contrasto con il titolo il cui significato è natura morta. Ma cosa vuol dire di fatto? NamJoon da non madrelingua inglese, lo traduce come “ancora vita”, come un “life goes on”, la vita va avanti e, anche se sei fermo in una cornice, sei ancora vivo. È un pezzo che rende l’idea del movimento (anche nel video con il viaggio in treno), di un passaggio veloce e divertente, nel cercare di superare le mode del momento e ricordarsi di esser sé stessi. The past is gone and the future in unclear (..) I want to escape the frame of this canvas, il passato è andato e il futuro è incerto, voglio scappare dall’essere “incorniciato” in un modello stereotipato.

La terza traccia, “All Day”, è la realizzazione del sogno adolescenziale di RM: la collaborazione con Tablo degli Epik High. Anche qui torna il tema dello scavare alla ricerca di se stessi (real me), in un mondo tutto uguale, che vive di AI, di algoritmi che ci condizionano in ogni aspetto della nostra vita (anche solo se pensiamo al nostro profilo Instagram che vive di algoritmi). Si chiude con un omaggio a Fly degli Epik High, when the cruel world seems to be laughing at you, no matter what the world says, we fly, you gotta believe it (…) we know we fly all day! Quando il mondo crudele sembra ridere di te, non importa cosa dicono, noi voliamo, devi crederci (..) noi sappiamo che voliamo tutto il giorno!

Forg_tfull”, dimenticanza, è un unplugged ossia musica senza amplificatori, caratterizzata da fischi e suoni prodotti attraverso mezzi particolari come lo sfregamento dei jeans. È un pezzo dolce, supportato dalla voce di Kim Sa-wol, cantautrice folk, è una sorta di sveglia dopo un periodo in cui “I am anesthetizing myself”, in cui si è anestetizzato, il mondo si è anestetizzato nel periodo covid (can’t go to the park). Svegliarsi e rendersi conto che si è persa una parte di sé, della propria vita.

Da qui si passa a “Closer”, prodotta da Honne (con i quali RM aveva già collaborato in MONO nella traccia “Seoul”) con Mahalia (cantautrice britannica neo-soul e R&B) e Paul Blanco (che nella mia stupidità avevo associato a benny blanco. No, non c’entrano nulla. Paul è un rapper produttore musicale canadese e coreano) in cui emerge il senso di incompletezza in una relazione, il problema di non riuscire ad esser vicino e vedere l’altra persona in sogno attraverso i colori RGB, quelli della fotografia e della tv. È una sorta di lettera d’amore (wanna lock you up in my sight, vorrei chiuderti nella mia vista, nella mia visione) ma anche saluto definitivo perché non ci sarà un take two, un secondo tempo in questa relazione.

Per arrivare a “Change pt. 2” (che non è legato a Change, singolo di RM con Wale del 2017, che però vi consiglio di recuperare anche solo per le citazioni “everybody’s mad kill people with fingers on twitter more then a gun”, contro i leoni da tastiera dei social che uccidono di più di una pistola e “world is gonna change (..) it’s on you and I, moonz and army right”, il mondo sta cambiando (…) spetta a noi, RM e Wale, Moonz -i fan di Wale- e gli Army cambiarlo), prodotta da eAeon, che inizia con il ritornello come intro, tutto cambia, anche le persone amate, anche noi stessi, anche RM stesso che non è più quello delle prime interviste, quello di wikipedia. È un pezzo che resta impresso, come “Lonely”, per la melodia, per il ritmo. Quest’ultimo è stato scritto a Las Vegas, durante il PTD Tour (Permission to Dance) e riguarda il senso di solitudine che si prova quando sei all’estero, quando sei in una camera d’albergo, odiando la città alla quale non appartieni.

Ed è il momento di “Hectic” che è il singolo che mi ha colpito di meno, nonostante la partecipazione di Colde (che ho apprezzato invece in Don’t ever say love me). Qui, Colde è la voce city urban che con RM si perde nei rumori della città, con la sensazione di esser nella metro di Seoul, “we still love and hate this city” (la città che ancora amano e odiano).

Su “Wild Flower” ft. Cho You-jeen (delle Cherry Filter) si potrebbe scriver un libro ma potreste anche uccidermi per la lunghezza dell’articolo, ergo la sintetizzerò in “un pezzo da recuperare”. Scherzi a parte, ma mica tanto, è un pezzo da ascoltare a piedi nudi in un parco per le emozioni e l’idea di libertà che suscita, di presa di consapevolezza di sé stessi. Persi nei propri pensieri in un campo fiorito, liberandosi da tutte le etichette che ci ha dato la vita per iniziare un nuovo capitolo. “Society’s all for the loudest voice and here I am, still speaking silence”, la società è per le voci alte, più forti e io sono qui che parlo il silenzio.

L’album si chiude con No.2, accompagnata dalla voce di Park Ji-yoon (cantante e attrice sudcoreana), che è un pezzo divertente, come una passeggiata il sabato mattino, un singolo che è legato a Wild Flower dal filo conduttore del ricominciare a vivere, iniziare un secondo capitolo senza guardarsi indietro.

E noi vogliamo guardare avanti e sentire un nuovo album di RM con la sua voce che è una carezza, un abbraccio che ci manca sempre più.

Fatemi sapere cosa ne pensate dell’album, se lo avete ascoltato e quali sono le vostre tracce preferite e se avete intenzione di recuperarlo! Vi lascio con Still Life che ho adorato fin dalla prima volta che l’ho ascoltata.

I purple you!

Lor

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *